Alexander Calder, che feeling di fili

"Penso in fili", disse Alexander Calder.
Lo cita *Lorne Buchman in un podcast che parla di creatività e arte, di leadership e di come convivere con le incertezze della vita.
Grazie alle sue interviste intime che spesso conduce con importanti artisti e innovatori, ci affacciamo all'atto della creazione e alla natura del percorso creativo. Scopriamo dettagli interessanti su come questi affrontano le sorprese durante un processo creativo, su ciò che carpiscono dai materiali che usano e sull’attitudine e l’abilità di creare in generale.

Le sculture in filo metallico e altri materiali di recupero che Calder iniziò a creare nel 1926, subito dopo essersi trasferito a Parigi, hanno sicuramente a loro volta segnato il suo percorso creativo.
 
All'inizio Calder considerava questo mezzo flessibile e malleabile un'acrobazia molto divertente, abilmente eseguita ma non di importanza significativa nel mondo dell'arte, pur avendo tenuto la sua prima mostra di sculture in filo metallico già nel 1928 (Weyhe Gallery, New York, Sculture in filo di Alexander Calder, 20 febbraio-3 marzo 1928).

Alexander Calder, sculture in filo,
1 Alexander Calder | Gull, c. 1927, Wire and wood,
Collection: Calder Foundation, New York

Alexander Calder, sculture in filo,
2 Alexander Calder | Mule, c. 1927, Wire, wood, and paint,
Collection: Calder Foundation, New York

Alexander Calder, sculture in filo,
3 Alexander Calder | Elephant, c. 1927, Wire and wood,
Collection: Calder Foundation, New York 

Alexander Calder, sculture in filo,
  4 Alexander Calder | Horse, c. 1928, Wire on wood base
Collection: Calder Foundation, New York

Alexander Calder, sculture in filo,
  5 Alexander Calder | Sow, 1928, Wire and wood
Collection: The Museum of Modern Art, New York; Gift of the Artist

Alla mano e con grande senso pratico, con le sue pinze e cesoie piegava i fili, tagliava le lamiere e, con un giocoso senso dell'umorismo, notevole inteletto e acute capacità artistiche, creava i suoi "disegni nello spazio".
Alexander Calder, sculture in filo,
6 Alexander Calder | Hercules and Lion, 1928, Wire,
Collection: Calder Foundation, New York

Alexander Calder, sculture in filo,
7  Alexander Calder | Josephine Baker IV, c. 1928, Steel wire, 
Collection: Musée National d'Art Moderne, Centre Pompidou, Paris; Gift of the Artist, 1966

Alexander Calder, sculture in filo,
8  Alexander Calder | Romulus and Remus, 1928, Wire and wood 
Collection: Solomon R. Guggenheim Museum, New York (no. 65.1738)

Alexander Calder, sculture in filo,
9  Alexander Calder | Aquarium, 1929, Wire, 
Collection: The Doris and Donald Fisher Collection at the San Francisco Museum of Modern Art

I suoi ulteriori studi eseguiti l'hanno portato a non considerare più le sculture in filo delle "piccole, semplici cose modeste" ( Alexander Calder, Statement on Wire Sculpture, Manuscript, 1929. Calder Foundation, New York). O meglio: erano ancora semplici, anche più semplici di prima ma era proprio lì che risiedevano le grandi possibilità delle quali solo di recente si era reso conto.
Pensando in fili, le soggettive rappresentazioni stilizzate di animali e umani che Calder faceva all'inizio pian-piano si evolvono, portandolo a sbarazzarsi di tutte le forme concrete e di associazioni di soggetti e ad adottare un linguaggio scultoreo del tutto libero e astratto.
Seguendo il filo, ha successivamente riversato i suoi pensieri nei mobiles e nei meravigliosi gioielli in filo.

All photographs courtesy of Calder Foundation, New York

*Lorne Buchman è presidente dell'ArtCenter College of Design (Pasadena, California), leader internazionale nell'educazione all'arte e al design, autore del libro "Make to Know: From Spaces of Uncertainty to Creative Discovery" ISBN 0500024529 (Fare per sapere: dagli spazi di incertezza alla scoperta creativa). 




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