Lo stucco

Lo stucco può essere considerato quasi un sinonimo di marmorino, con una destinazione prevalentemente nell’ambito dell’opera scultorea e di modellato. All’impasto, in aggiunta al grassello di calce, alla polvere di marmo, alla sabbia ed all’acqua, venivano dosati caseina e gesso. Nella versione dello stucco lucido sullo strato di arriccio si stendeva un sottile strato di grassello e polvere di marmo, battuto e lisciato a frettazzo e cazzuola. Quindi si applicava uno strato di grassello in pasta, sul quale si imitava, utilizzando le più opportune terre coloranti, la varietà di marmo desiderata. A parziale asciugatura , dopo c.ca 30 minuti, si applicava a pennello dell’acqua saponata, facendola cristallizzare con l’aiuto di un ferro caldo dagli spigoli smussati. Il sapone damaschino, uscito completamente dal mercato, può essere sostituito oggi con quello di Marsiglia o con del normale sapone in scaglie. L’effetto lucido della superficie poteva essere aumentato strofinando, a lavorazione ultimata, con un panno di lana ed applicando della cera vergine a freddo o a caldo.

Tecniche di decorazione pittorica tradizionali
testo di Flavia Trivella, pubblicato nel n° 28 del bimestrale Materiali Edili (Alberto Greco Editore)

Tecniche di decorazione pittorica tradizionali-introduzione
Il marmorino
L’intonaco a cocciopesto
Il graffito (o sgraffito)
L’affresco
Il fresco secco
La tempera a colla
L’encausto
La pittura ad olio

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